Domenica, si è svolta un’esercitazione in ambiente alpino,
da parte dei volontari del N.O.C NOVATE MILANESE, cui si sono affiancati i
volontari della Protezione Civile di Senago.
A seguito delle lezioni tenute sia dal punto di vista
dell’ORIENTEERING che delle attività possibili di SEARCH & RESCUE, i
volontari dei due gruppi di Protezione Civile, sono stati messi in condizione
di affrontare un ambiente nuovo, senza le indicazioni classiche riscontrabili
in ambiente urbano, con alcuni obiettivi da raggiungere, in particolare il
ritrovamento di persone scomparse, e l’affrontare tragitti in ambiente montano
con l’ausilio di mappe e bussole.
Partiti all’alba, i due gruppi sono giunti agli SPIAZZI DI
GROMO BERGAMO ove, suddivisi in tre squadre, sono stati portati a 1700 metri di
quota, ove sono stati loro assegnati settori della costa montuosa, con
l’indicazione di un disperso in ogni settore.
Nel frattempo veniva installato il Centro Trasmissioni
Mobili del N.O.C. che garantiva la copertura radio su tutto lo scenario,
registrando le conversazioni, controllando l’operato delle squadre – nel
frattempo monitorate dal coordinatore NOC e dall’ex (in quanto operante presso
altro ente) R.O.C. FELISARI Sergio.
Tutte le squadre si sono cimentate nell’orientamento facendo
tesoro delle lezioni acquisite, affrontando difficoltà non comunemente
superabili, senza buone basi e spirito di sacrificio; nel contempo le
temperature ambientali salivano e mettevano a dura prova anche le capacità
fisiche dei volontari stessi.
Venivano individuati tutti i dispersi, sui quali doveva
essere effettuato un iniziale screening sanitario (basilari informazioni da
passare all’eventuale soccorso medico-alpino in caso reale) ed il rientro alla base, costituiva modo per
confrontarsi tra i vari volontari sull’esperienza acquisita, ricevendone in
cambio esperienze umane impagabili.
Ovviamente il cammino non è terminato, l’acquisizione della
confidenza con gli strumenti classici (bussola, carte toponomastiche) non è
raggiunto, ci vorranno numerose altre esercitazioni che andranno ad essere
sempre più complicate per garantire, in caso di reale necessità, la reale
autonomia dei volontari, nello spettro più ampio della casistica d’intervento.
Non domi, al termine del pranzo, i volontari del NOC hanno
voluto affrontare l’ebrezza del “parco sospeso” che li ha visti raggiungere,
appeso a funi, i 16 metri di altezza, con passaggi delicati, quali ponti
tibetani, carrucole, “ragnatele” etc etc.
La stanchezza fisica, però è stata ampiamente ripagata dalla
soddisfazione di aver affrontato una giornata intensa, acquisendo nel bagaglio
di ogni singolo volontario un piccolo pezzo di capacità operativa in più,
rendendoli sempre più integrati nei vari scenari che
potrebbero essere chiamati ad affrontare.
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