domenica 13 luglio 2014

Esercitazione alpina per NOC e Senago

Domenica, si è svolta un’esercitazione in ambiente alpino, da parte dei volontari del N.O.C NOVATE MILANESE, cui si sono affiancati i volontari della Protezione Civile di Senago.
A seguito delle lezioni tenute sia dal punto di vista dell’ORIENTEERING che delle attività possibili di SEARCH & RESCUE, i volontari dei due gruppi di Protezione Civile, sono stati messi in condizione di affrontare un ambiente nuovo, senza le indicazioni classiche riscontrabili in ambiente urbano, con alcuni obiettivi da raggiungere, in particolare il ritrovamento di persone scomparse, e l’affrontare tragitti in ambiente montano con l’ausilio di mappe e bussole.
Partiti all’alba, i due gruppi sono giunti agli SPIAZZI DI GROMO BERGAMO ove, suddivisi in tre squadre, sono stati portati a 1700 metri di quota, ove sono stati loro assegnati settori della costa montuosa, con l’indicazione di un disperso in ogni settore.
Nel frattempo veniva installato il Centro Trasmissioni Mobili del N.O.C. che garantiva la copertura radio su tutto lo scenario, registrando le conversazioni, controllando l’operato delle squadre – nel frattempo monitorate dal coordinatore NOC e dall’ex (in quanto operante presso altro ente) R.O.C. FELISARI Sergio.
Tutte le squadre si sono cimentate nell’orientamento facendo tesoro delle lezioni acquisite, affrontando difficoltà non comunemente superabili, senza buone basi e spirito di sacrificio; nel contempo le temperature ambientali salivano e mettevano a dura prova anche le capacità fisiche dei volontari stessi.
Venivano individuati tutti i dispersi, sui quali doveva essere effettuato un iniziale screening sanitario (basilari informazioni da passare all’eventuale soccorso medico-alpino in caso reale)  ed il rientro alla base, costituiva modo per confrontarsi tra i vari volontari sull’esperienza acquisita, ricevendone in cambio esperienze umane impagabili.
Ovviamente il cammino non è terminato, l’acquisizione della confidenza con gli strumenti classici (bussola, carte toponomastiche) non è raggiunto, ci vorranno numerose altre esercitazioni che andranno ad essere sempre più complicate per garantire, in caso di reale necessità, la reale autonomia dei volontari, nello spettro più ampio della casistica d’intervento.
Non domi, al termine del pranzo, i volontari del NOC hanno voluto affrontare l’ebrezza del “parco sospeso” che li ha visti raggiungere, appeso a funi, i 16 metri di altezza, con passaggi delicati, quali ponti tibetani, carrucole, “ragnatele” etc etc.

La stanchezza fisica, però è stata ampiamente ripagata dalla soddisfazione di aver affrontato una giornata intensa, acquisendo nel bagaglio di ogni singolo volontario un piccolo pezzo di capacità operativa in più, rendendoli sempre più integrati nei vari scenari che potrebbero essere chiamati ad affrontare.